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la musica di orani
  SOS SONADORES DE ORANE
 

"Quando Giuseppe suonava la fisarmonica con i suoi amici sotto le finestre della più bella di turno del paese, i cani smettevano di abbaiare, i ladri smettevano di rubare, le stelle scendevano ad appoggiarsi sui tetti per ascoltare quella musica celestiale e armoniosa …. Orani era famoso in tutta la regione per i più bravi suonatori di fisarmonica e per i migliori muratori. Peppe, naturalmente, era l’uno e l’altro…." 

Questo scriveva Costantino Nivola nelle sue Memorie di Orani, pubblicate dall’editore Scheiwiller di Milano nel 1997. Peppe Nivola, fratello di Costantino, probabilmente non suonava la fisarmonica che, anche se strumento popolarissimo, risultava spesso ingombrante per le dimensioni e, dunque, non era molto usato, soprattutto per l’esecuzione del ballo sardo in situazioni estemporanee. La fisarmonica aveva, inoltre, una fama di "nobiltà" per la larga diffusione in tutti i paesi europei e per il fatto che per suonarla bisognava conoscere un minimo di musica "colta", essendo la tecnica di suono molto simile a quella del pianoforte. Quasi sicuramente Peppe Nivola era maestro nel suonare l’organetto, strumento più piccolo, più maneggevole, meglio trasportabile rispetto alla fisarmonica. L’organetto, poi, rientrava pienamente nella tradizione dei suonatori oranesi, da sempre maestri nell’animare le feste di piazza, e permetteva virtuosismi possibili solo con quello strumento.

E veri e propri virtuosi erano i suonatori d’organetto che, nel momento di maggior concentrazione, quando il ballo sardo accelera i suoi ritmi, si producevano in variazioni e accordi molto personali, che funzionavano quasi da "impronta digitale" per ogni esecutore. Tra cento versioni del ballo di Orani, ad esempio, era inconfondibile la versione di Ziu Angelinu Bertocchi. Ziu Angelinu, a causa di una menomazione, "impugnava" l’organetto in modo del tutto anomalo riuscendo, però, a tirare fuori dei suoni unici. Suoni che estasiavano per il ritmo particolare imposto dal suonatore e che divertivano per le divagazioni e trasgressioni imposte all’armonia del ballo.

L’immagine qui a fianco, scattata per la festa di Gonare, in Su Cantareddu, risale ai primi anni ’40. Ziu Angelinu, in piedi in primo piano, imbraccia il suo strumento che, anche in quell’occasione, sicuramente sarà servito per allietare la compagnia.

A Orani, soprattutto per il carnevale, l’esibizione dei suonatori era attesa da tutti per valutarne il talento e per organizzare dei giri di ballo che, spesso, la piazza non riusciva a contenere.

Una cartolina di Orani degli anni ’60, tratta da una foto di Antonio Piu, mostra Piazza Santa Gruche in una di queste occasioni; il suonatore, in costume, è Domenico Bruno, uno dei più bravi organettisti che Orani abbia avuto.

Domenico, scomparso qualche anno fa, era persona cordialissima e ogni occasione era buona per far festa e per suonare. Il suo ballo oranese era allegro, spigliato, con toni alti e coinvolgenti che, quasi, costringevano ad unirsi al cerchio dei danzatori. La foto a colori lo ritrae, nell’esercizio delle sue funzioni, durante una festa campestre a S.Giorgio.

Anche Ziu Umberto, fratello più grande di Domenico, si dilettava nel suonare l’organetto; in questo, forse, non raggiunse la maestria del fratello più piccolo ma, sicuramente, dove c’era Ziu Umberto c’era festa e allegria.

E’ singolare, tra l’altro, che nella stessa cartolina, al centro della piazza mentre parla con un'altra persona, si possa riconoscere Ziu Mario Masini, altro suonatore d’organetto e altro figlio d’arte. Anche Ziu Mario non disdegnava l’esibizione in piazza e le sue melodie erano molto apprezzate.

Più degli altri, però, risultava coinvolgente il ballo suonato dal padre, Ziu Nino Masini. Ziu Nino, per noi ragazzi, era un mito per le sue battute ironiche e perché ci pagava, con "sonanti" monete da 10 lire, l’alluminio e il ferro vecchio che gli portavamo e che poi rivendeva. Suonava l’organetto con grande maestria e con lui la piazza si animava per quel ballo trascinante e oltre modo coinvolgente. Il suo "dillu" prolungato era una vera e propria gara di resistenza che solo i ballerini più abili riuscivano a portare in fondo. La figlia di Ziu Nino, Paola, apprezzata per le sue composizioni poetiche, in un verso scrive: "…ricordo con amore il babbo quando / suonava l’organino in piazza santa Croce / sprigionando nell’aria, come d’incanto,/ note gioiose, allegri motivi…"

Legato a Ziu Nino, in quanto fratello per parte di madre, era Ziu Mario Bande che lasciò Orani in gioventù per trasferirsi a Bultei, nel Goceano. Il suo ballo sardo era "speciale" in quanto eseguito da un virtuoso dell'organetto e della fisarmonica che non disdegnava suonare composizioni e arrangiamenti originali. Gli strumenti utilizzati da Ziu Mario Bande sono oggi visibili nel museo dedicato al figlio Francesco, uno dei più grandi musicisti tradizionali che la Sardegna possa vantare. La tradizione di famiglia, in questo caso è portata avanti da Inoria, figlia di Francesco, che dal padre ha appreso l’arte del ballo sardo. Inoria, oltre a divulgare instancabilmente e tradizioni sarde, nell'isola e non, svolge funzioni di direttrice artistica del Museo Etnografico "Francesco Bande" a Sassari.

Tra i suonatori di Orani è doveroso ricordare, inotre, Giorgi Zineddu e Lillinu Farina, suonatori abili e apprezzati. Nel finire, però, non posso fare a meno di parlare dei fratelli Tolu, Giuseppe e Gonario (ma se ben ricordo, anche l’altro fratello, Angelo, suonava il ballo sardo). Figli di Gesuino, grande cultore di canti e musica sarda, forse hanno imparato a suonare la fisarmonica prima di imparare a camminare. Il loro suono è facilmente fruibile in quanto reperibile in diverse musicassette oggi in commercio.

Il mio ricordo personale, però, è legato ad una sera di agosto del 1977 quando, per la prima volta, Enrica, la mia futura moglie, venne ad Orani. Ci fu una mezza festa improvvisata con Giuseppe e Gonario che si alternavano alla fisarmonica mentre Gesuino, mio padre e altri amici improvvisavano un improbabile tenore condito da molto vino. Di quella festa rimane una registrazione memorabile che conservo come una reliquia. Una registrazione che, anche se non perfetta, trasmette intatta l’aria di festa e di gioia che, da sempre, a Orani, circonda il mondo del ballo sardo.

Angelo Mereu

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Domenico Bruno
Domenico Bruno
Gonario e Giuseppe Tolu
Gonario e Giuseppe Tolu
Ziu Mario Masini
Ziu Mario Masini
Cartolina anni '60
Cartolina anni '60
Ziu Angelinu Bertocchi
Ziu Angelinu Bertocchi
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