L'antica parrocchiale di S. Andrea, risalente al XVI secolo, è uno splendido esempio di costruzione catalano-aragonese. Le prime testimonianze storiche riferibili a questa chiesa si ritrovano in un documento ecclesiastico del 1539 ed è molto probabile che il tempio, i cui resti osserviamo oggi alla periferia est dell'abitato, sia stato costruito sui resti di una chiesa sorta in periodo bizantino con un impianto a croce greca. In questi documenti, che si riferiscono ad una visita pastorale effettuata ad Orani dal vescovo di Alghero Mons.
Durante dei Duranti, abbiamo una ricostruzione, anche se piuttosto scarna, di quelle che erano le condizioni della parrocchiale in quel periodo.
Durante le visite pastorali infatti il vescovo era solito recarsi personalmente in tutte le chiese site all'interno di una villa per verificarne lo stato, il grado di manutenzione dell'edificio, in particolare delle singole cappelle, la consistenza degli arredi e degli ornamenti e ordinare, ove fossero necessarie, le dovute migliorie.
Dalla relazione della visita del maggio 1539 emerge che la chiesa, la cui costruzione era iniziata presumibilmente non molti anni prima, non era ancora completa in quanto mancava anche la torre campanaria (eretta nella seconda metà del secolo XVI), pur avendo un altare maggiore e tre cappelle: della Trinità, di Nostra Signora del Rosario e delle Raccomandate.
Dalla descrizione della qualità degli ornamenti e data l'importanza ed il conseguente prestigio che Orani rivestiva nella Sardegna del tempo, vogliamo pensare che la chiesa di S. Andrea, già da quella visita del 1539, apparisse di grande bellezza.
La seconda visita pastorale documentata risale al 1543 ed il vescovo Pietro Vaguer, arrivato ad Orani il 2 aprile, trova nuove cappelle e nuovi altari rispetto alla visita di quattro anni prima. Da ciò si deduce che in quel periodo i lavori di costruzione della chiesa (la cosiddetta "fabbrica") erano ancora in corso.
La costruzione della chiesa si inseriva in un progetto più ampio di sviluppo della devozione religiosa che la chiesa cattolica sostenne nel periodo della Controriforma ed il canonicato di Orani, data l'importanza ed il peso che aveva nel contesto storico-religioso della Sardegna dell'epoca, ebbe notevoli benefici da questa positiva atmosfera.
Specchio fedele di questo fermento religioso è un dato relativo ai primi anni del Settecento che attesta la presenza ad Orani di ben 26 chiese, di cui 17 nel centro abitato e 9 rurali, numeri certamente difficili da riscontrare in altre realtà simili, non solo in Sardegna, ma anche a livello nazionale.
Le numerose risorse finanziarie messe a disposizione dagli oranesi per migliorare la dotazione delle loro chiese trovano corrispondenza nella relazione della visita pastorale di Mons. Niccolò Cannavera nella primavera del 1608, che è la fonte senza dubbio più importante per la conoscenza della consistenza e dello stato delle chiese in questione.
Per quanto riguarda la chiesa parrocchiale di S. Andrea abbiamo una fotografia esatta non solo degli altari e delle cappelle esistenti, ma anche della consistenza degli arredi sacri e di tutti gli "ius patronatus" esistenti. Ecco l'elenco completo degli altari e delle cappelle:
- Altare Maggiore di S. Andrea Apostolo
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Cappella della Concezione (ius patronatus della fam. Angioy)
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Cappella di Nostra Signora della Rosa (ius patronatus della fam. Satta)
- Altare dei Santi Cosma e Damiano
- Cappella di Nostra Signora delle Raccomandate
- Altare di S. Agostino
- Altare di S. Biagio
- Altare di S. Antioco (ius patronatus delle fam. Pinna-Fadda e De Sogiu)
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Cappella della Visitazione di Nostra Signora (ius patronatus della fam. Sanna)
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Altare della Trinità (ius patronatus delle fam. Angioy e Carta).
Questo fu senza dubbio il momento di maggior splendore della parrocchiale di S. Andrea, protrattosi almeno fino agli ultimi decenni del 1700 quando per cause diverse, riconducibili probabilmente alla perdita di importanza nel contesto economico - religioso del paese, iniziò il periodo di declino.
Dalla visita pastorale del 20 giugno 1807 apprendiamo, infatti, che viene disposta la costituzione di una pensione annua, da ricavare dai frutti decimali assegnati al seminario di Alghero, per restaurare la parrocchiale e per rinnovarne gli arredi, segno evidente che la chiesa di S.Andrea stava andando in rovina.
Negli anni la situazione andò progressivamente peggiorando tanto che le cresime del 1815 furono amministrate nella chiesa del Rosario.
Dalla relazione della visita del 1835 apprendiamo invece che la chiesa è ormai diroccata e che funge da parrocchia la chiesa di S. Croce, mentre per un certo periodo, ed almeno fino al 1884, continuò a funzionare l'annesso cimitero.
Dalla visita pastorale di quell'anno ad opera di Mons. Eliseo Giordano si apprende che egli visitò sia la chiesa delle Anime, vicino al nuovo Camposanto, che il camposanto situato all'interno della vecchia parrocchiale diroccata di S. Andrea che ancora oggi, infatti è chiamato "campusantu vezzu" (vecchio cimitero).
Completamente abbandonata a se stessa per lunghi anni, l'area della vecchia parrocchiale è stata oggetto solo di recente di un deciso intervento di recupero che ha interessato la torre campanaria che è ora completamente ristrutturata.
Sarebbe auspicabile a questo punto anche un deciso intervento sulla struttura perimetrale della chiesa affinché venga salvato un pezzo così importante della storia della nostra comunità.
Giacomino Zirottu |